Ribosio, uno zucchero tra i composti chimici che hanno creato la vita sulla Terra

Ribosio, uno zucchero tra i composti chimici che hanno creato la vita sulla Terra

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Ribosio, uno zucchero tra i composti chimici che hanno creato la vita sulla Terra. Mancava un ingrediente, ma adesso c’è anche quello. I microbiologi sono impegnati da tempo nell’arduo compito di ricostruire una ricetta. È la ricetta più importante con cui un essere umano si sia mai cimentato: si tratta di rintracciare i composti chimici e di definire i processi che hanno creato la vita sulla Terra, più di tre miliardi di anni fa.

Il ribosio, uno zucchero fondamentale dell’Rna, è tra i composti che hanno creato la vita sulla terra

Per farlo, i ricercatori hanno identificato, uno per uno, gli ingredienti degli acidi nucleici, e in particolare dell’Rna, che si ritiene siano stati portati qui dalle comete e si siano fusi nel brodo primordiale degli oceani. Il lavoro è andato avanti bene, però con una grave lacuna. Perché il ribosio, uno zucchero che è un componente fondamentale dell’Rna, non era ancora stato trovato nelle comete e questo bastava a mettere in crisi tutto il quadro concettuale.

Ora i ricercatori hanno fatto un passo avanti decisivo, anzi non avanti, ma di sponda. Hanno creato in laboratorio una cometa artificiale, una «palla di neve sporca» come quelle che si sono formate nel gelo siderale, quando è nato il Sistema Solare 4,6 miliardi di anni fa. Poi l’hanno sottoposta (sempre in laboratorio) a radiazioni uguali a quelle che colpiscono una cometa quando si avvicina al Sole, e al calore che la investe quando diventa incandescente precipitando sulla Terra. Infine hanno analizzato quello che si è formato.

Eureka: oltre agli altri ingredienti già identificati nelle comete in passato, stavolta si è trovato anche il ribosio.

I filosofi della scienza avvertono che si rischia, quando si vuol trovare qualcosa, di aggiustare gli esperimenti in modo da trovare proprio i risultati che si cercano. È un’osservazione giusta, perciò questa scoperta del ribosio in una cometa artificiale va considerata (prudentemente) solo come un passo di sponda verso la verità e non come una prova definitiva. Ma è un bel passo.

La ricerca è stata pubblicata dalla rivista «Science», una delle bibbie del settore. Un team dell’università di Nizza, guidato da Cornelia Meinert (astrobiologa e spettrografa) e da Uwe Meierheinrich (chimico analitico), ha cooperato con gli astrofisici dell’università Parigi-Sud che hanno creato la cometa artificiale. Come primo passo, una cometa artificiale è stato prodotta presso l’Istituto parigino di astrofisica spaziale. Sì, ma come si crea una cometa artificiale? Se ne fa un modello, inserendo una miscela di acqua (H2O), metanolo (CH3OH) e ammoniaca (NH3) in una camera sotto vuoto e portata a una temperatura di -200°. Così si sono formati granuli di polvere rivestita di ghiaccio, la materia prima delle comete. Questi granuli erano nelle stesse condizioni di pressione e calore della nube di Oort, in cui orbitano le comete dalla nascita del sistema solare.

Finché le comete stanno al loro posto non influiscono sul pianeta Terra. Ma, quando una perturbazione gravitazionale (di Giove o di altri pianeti esterni) modifica la loro orbita, portandola più vicino al Sole, le comete subiscono un’irradiazione supplementare di raggi ultravioletti. Se poi incrociano la Terra e vi precipitano, si surriscaldano.

Domanda: questo doppio effetto può cambiare la composizione chimica della «palla di neve sporca»? L’esperimento condotto in Francia dice di sì: acqua e metanolo hanno creato la formaldeide, che a sua volta ha prodotto il ribosio, oltre ad altri zuccheri e a varie altre componenti degli aminoacidi. E la vita? No, quella no, per ora non l’abbiamo creata.

Luigi Grassia

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