Come funziona l’ipnosi. Una pratica antica e sempre più utilizzata in campo medico. La psicoterapeuta spiega che cosa accade durante le sedute e un quiz chiarisce tutti i dettagli di questa scienza.
Recentemente l’ipnotismo è diventato una pratica accreditata. Il Consiglio Generale Medico di Gran Bretagna ha riconosciuto questa disciplina come scienza e molti medici scelgono di usarla per i loro percorsi terapeutici sui pazienti.
Come funziona l’ipnosi? La dottoressa Lucia Attolico è psicoterapeuta specializzata in problematiche familiari nel rapporto tra genitori e figli. Da qualche anno ha scelto di esercitare anche la pratica dell’ipnosi, una via più diretta all’investigazione delle profondità della coscienza. Ci racconta come avvengono le sedute con i suoi pazienti e quale è stata la sua esperienza personale nel primo approccio a questa disciplina.
Claudia Carucci
L’ipnotismo non è una tecnica recente. Era conosciuto già prima della civiltà greca e addirittura prima che fossero costruite le piramidi. Tremila anni fa era coltivato e praticato dai sacerdoti Indù che ne perpetuarono segreti e misteri.
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Fu il medico tedesco Franz Anton Mesmer, verso la fine del XVIII secolo, a richiamare l’attenzione dei popoli civili e del mondo scientifico sulla pratica dell’ipnotismo. Mesmer richiamò l’attenzione sul «magnetismo animale» in base al quale il fluido magnetico si accumulava nei corpi viventi e poteva essere trasmesso da un individuo a un altro con differente potenza e ricettività.
Così lo spirito «scientifico» di questo metodo cominciò a farsi strada ed ebbe ulteriore risalto e diffusione con il chirurgo scozzese James Braid che escluse le basi «magnetiche» della pratica ma riconobbe il sistema come vera e propria scienza cambiandogli il nome da «mesmerismo» a «ipnotismo».
Capire come funziona l’ipnosi e i grandi passi avanti di questo metodo si devono anche all’influenza americana. Furono infatti gli studiosi d’oltreoceano a definire l’«ipnotismo» una scienza mentale, esatta e sottoscritta quanto la psicologia, la medicina e la geologia. Sempre l’America ha stabilito che questo sistema può essere imparato da chiunque data la sua semplicità. Pare infatti che alla base di qualsiasi tentativo di influenza sugli altri si utilizzino proprio tecniche basiche di ipnosi!
Contenuti a cura di Nicla Panciera.
Come funziona l’ipnosi?
“L’ipnosi? Una tecnica che, sottratta all’empirismo e alla cialtroneria di sedicenti professionisti, ha acquisito dignità scientifica”.
Il professor Giuseppe De Benedittis, già direttore del Centro per la Terapia del Dolore della Statale di Milano, che ha fondato 35 anni fa, è vicepresidente della Società Italiana di Ipnosi e membro del board dell’International Society of Hypnosis.
Con lui scopriamo a cosa può servire la pratica ipnotica in medicina.
Quando è stata introdotta la pratica ipnotica?
La Francia è la culla dell’ipnosi come la intendiamo oggi. Infatti, come pratica medica risale alla prima metà dell’Ottocento ai lavori del medico svizzero Franz Anton Mesmer. Si affina come strumento medico da utilizzare con pazienti psichiatrici solo il secolo successivo, con i lavori del neurologo Jean Martin Charcot, docente alla scuola della Salpetriere, e di Hippolyte Bernheim di Nancy. Da allora, la disciplina si è alquanto evoluta e ha valicato i confini della psichiatria, affermandosi come strumento d’indagine del funzionamento del nostro sistema nervoso centrale nel suo stato normale e patologico.
Come si può ipnotizzare una persona?
L’ipnosi è uno speciale stato di coscienza, in cui il nostro cervello si organizza in modo diverso dagli stati fisiologici di veglia e di sonno. Il cervello ipnotico ha una flessibilità cognitiva e percettiva diverse e questo rende possibile, attraverso indicazioni verbali ma anche il contatto fisico, una comunicazione terapeutica efficace tra terapeuta e paziente
Quali sono gli attuali utilizzi dell’ipnosi in clinica?
Come funziona l’ipnosi in sala operatoria?
L’auto ipnosi è possibile?
L’ipnosi va sempre affiancata dall’auto-ipnosi, una pratica del tutto priva di effetti collaterali che si apprende per estendere e perfezionare i risultati del trattamento. Grazie alla relazione che si instaura con il terapeuta, infatti, il paziente è in genere accondiscendente e partecipativo: segue correttamente le indicazioni che riceve sia quando si trova in studio che quando è a casa propria.
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Quanto facciamo e diciamo sotto ipnosi
fonte lastampa
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