Cervello più piccolo bevendo bibite dolcificate

Cervello più piccolo bevendo bibite dolcificate

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Cervello più piccolo. Difficile resistere allo scoppiettio delle bollicine sul palato e al gusto dolce e rinfrescante di certe bibite. Forse, però, faremmo meglio a non cedere troppo spesso alla tentazione, perché un consumo eccessivo di questi drink rischia di accelerare l’invecchiamento del cervello: a lanciare l’allerta sono due studi della Boston University, negli Stati Uniti.

Cervello più piccolo

La prima ricerca, pubblicata su Alzheimer’s & Dementia, ha preso in esame i dati relativi ad oltre 4.000 persone arruolate nel grande Framingham Heart Study in qualità di figli e nipoti dei primissimi partecipanti selezionati nel 1948. All’interno del campione, i ricercatori hanno preso in esame quelle persone che stappavano più di due bibite dolcificate al giorno (come soda, bibite alla frutta o soft drink) oppure che consumavano cervello, inclusa una riduzione del volume dell’encefalo, un rimpicciolimento della regione dell’ippocampo, e una minore memoria episodica, tutti fattori di rischio che predispongono ad ammalarsi precocemente di Alzheimer. Anche il consumo della soda versione light (almeno una al giorno) è risultato associato ad un minor volume del cervello.

Rischio ictus e demenza

Il secondo studio, pubblicato su Stroke, ha invece valutato soltanto le persone appartenenti alla seconda generazione del Framingham Heart Study: dopo aver misurato il consumo di bibite nell’arco di sette anni, i ricercatori hanno poi monitorato i partecipanti per altri 10 anni, verificando quanti ictus si fossero verificati su quasi 3.000 persone over-45 e quanti casi di demenza legati all’Alzheimer tra 1.400 persone over-60. I risultati hanno dimostrato che il consumo di almeno una soda diet al giorno è associata ad un rischio tre volte più alto di ictus e demenza.

Vince il buon senso

I ricercatori sottolineano come gli studi non siano in grado di determinare con chiarezza se esista un nesso di causa-effetto tra l’eccessivo consumo di bibite e l’accelerato invecchiamento del cervello: di certo «offrono dati solidi e una forte suggestione: forse dovremmo riabituarci a bere la cara e vecchia acqua».

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