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Carpa surgelata torna in vita

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Una carpa surgelata torna in vita ne è testimone Cindy Lao al donna di Cheltenham che aveva comprato diversi branzini e carpe cruciane congelate per festeggiare il capodanno cinese con i suoi amici. Fin qui nulla di strano, ma a 48 ore del suo congelamento scoprì una cosa inverosimile, uno dei pesci si muoveva ancora. Certo non erano movimenti repentini ma molto lenti sembrava come se stesse cercando di respirare attraverso le sue branchie.

Il partner di Cindy, Paul Lewis-Borman, penso di buttare la carpa surgelata nella spazzatura forse intimorito dal pesce. Cindy, intuendo che il pesce aveva sfidato tutte le probabilità di sopravvivenza, decise insieme al suo partner, di metter la carpa in una ciotola d’acqua.

Inizialmente i movimenti respiratori del pesce sembravano intorpiditi ma dopo i primi 20 minuti le sue branchie hanno ricominciato a funzionare regolarmente. In seguito venne trasferita dentro la vasca da bagno dove rimase per le successive due settimane. I due, successivamente hanno dato anche il nome Lazzaro alla fortunata carpa.

Certo la vasca da bagno non era l’ambiente ideale per la carpa così Paul ha deciso di chiedere aiuto tramite un forum chiamato Pets4Homes. Qui si è fatta avanti una signora che ossedeva uno stagno pieno di  carpa Koi dicendo che sarebbe stata entusiasta di dare a Lazzaro una nuova casa.

La carpa surgelata può sopravvivere dopo essere stata scongelata?

PESCE SURGELATO Carpa surgelata torna in vita
Paul Lewis-Borman e Cindy Lao

La risposta breve è sì, ci sono specie nel mondo che possono congelare e tornare alla loro vita dopo essere state scongelato senza riportare danni apparenti.

Secondo i rapporti, Lazzaro è una specie di carpa cruciana, la quale è particolarmente brava a sopravvivere a temperature e ambienti particolarmente freddi fino ad arrivare al congelamento. In oltre resistono per diverso tempo anche alla mancanza di ossigeno.

Questo pesce può sopravvivere per diversi mesi in acque anossiche, ossia con deficit di ossigeno, mentre sopra la loro testa il lago si congela sigillando l’ambiente. Nel periodo di congelamento, private dell’ossigeno, riescono a converte l’acido lattico tossico in etanolo, lasciandolo diffondere lentamente attraverso le branchie.

Durante questo periodo, le concentrazioni di alcol nel sangue nella carpa cruciana possono raggiungere più di 50 mg per 100 millilitri, un valore che normalmente è considerato sopra la soglia persino per gli automobilisti nella maggior parte dei paesi del Nord Europa

Il dott. Michael Berenbrink, fisiologo evolutivo dell’Università di Liverpool, ha spiegato cosi la particolarità di questa specie.

“Rimanere senza ossigeno, per qualche mese, ha delle conseguenze. In uno studio è stata testata la capacità delle carpe di memorizzare e navigare in labirinti prima e dopo essere stati messi in un contenitore privato di ossigeno.

Si è scoperto che nel breve termine, appena tornati nelle condizioni ottimali, questi pesci avevano subito “danni cerebrali moderati”. Passato questo periodo di riadattamento sono stati capaci di recuperare abbastanza rapidamente.

Non è chiaro quanto fosse congelata la carpa di Cindy e Paul, ma supponendo che non fosse in un blocco di ghiaccio solido, è plausibile, per quanto ne sappiamo, non è stato fatto alcun esperimento per dimostrare se la carpa cruciana può sopravvivere al congelamento”.

Questo non vuol dire che sia impossibile. Ci sono altri vertebrati, almeno quattro anfibi e alcuni rettili che tollerano il congelamento.

Fonte 1

Fonte 2

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