Acqua in bottiglia attenzione! Scoperti livelli di fibre di plastica in molte acque famose, in alcuni casi doppi rispetto a quella del rubinetto.
La prima a reagire è stata l’Organizzazione Mondiale della Salute che ha annunciato l’avvio di uno studio importante sui rischi potenziali della plastica nell’acqua contenuta nelle bottiglie.
Su 259 bottiglie testate, solo 17 senza plastica
Il nuovo studio in questione ha analizzato 259 bottiglie provenienti da nove Paesi diversi. I ricercatori hanno trovato una media di 325 particelle di plastica in ogni litro di acqua venduta. Le concentrazioni arrivano anche a 10.000 particelle di plastica in ogni litro. Delle 259 bottiglie testate, solo 17 sono risultate essere senza plastica.
Ad occuparsi dell’indagine, un team di scienziati della State University di New York.
Qui puoi leggere tutta la ricerca
Il parere dell’esperto
«Non siamo interessati a puntate il dito contro alcuna marca di acqua, spiega Sherri Mason alla Bbc, tra gli autori dello studio. Il nostro lavora dimostra che la plastica è ormai ovunque».
Non ci sono al momento prove scientifiche che ingerire particelle di plastica possa essere dannoso, ma capire le implicazioni possibili è molto importante.
Quali plastiche sono state rinvenute?
Tra le plastiche rinvenute, la più presente è il polipropilene, rinvenuto nel 54% delle bottiglie. Al secondo posto il nylon, poi il polistirene.
La risposta delle aziende
Le aziende che imbottigliano l’acqua hanno dichiarato che seguono tutte le più serie norme previste dalle varie legislazioni.
«I nostri prodotti sono sicuri» dicono in coro.
A seguire un grafico in inglese che mostra l’esito dei test sull’acqua in bottiglia
Acqua in bottiglia, le nostre riflessioni
In un passo del rapporto leggiamo che già altre volte sono state eseguite indagini di questo tipo sulle acque in bottiglia. In alcuni casi sono stati effettuati dei confronti incrociati fra contenitori (plastica, vetro cartone ecc) per stabilire quale fosse il più igienico.
In ogni caso l’elemento che maggiormente desta preoccupazione è l’alto tasso di elementi estrani presenti, nello specifico dal rapporto si evidenzia un 4% di particelle riconducibili ai lubrificanti industriali, i dati sembrano suggerire che almeno una parte della contaminazione plastica potrebbe provenire dal processo industriale di imbottigliamento dell’acqua stessa.
Tra le plastiche individuate il polipropilene è stato il polimero più comune. Secondo un interpretazione fornita dai produttori, i frammenti rinvenuti potrebbero essersi staccati dal tappo e solo successivamente sarebbero entrati nell’acqua attraverso il semplice atto di aprire la bottiglia. Ma parliamo di acqua da bere o delle palle di vetro di Erwin Perzy?
Di certo sappiamo che il nostro organismo non è stato concepito per digerire sostanze industriali. Pensiamo allo stomaco, fegato, reni ed intestino che devono caricarsi l’onere di trattare ed eventualmente espellere tali elementi.
E’ possibile ipotizzare senza sforzo, come queste particelle possano col tempo ostruire i condotti di organi vitali come ad esempio i reni che hanno il compito di filtrare i liquidi. Possono allo stesso tempo depositarsi nell’intestino, nel colon ecc ed avere ripercussioni a lungo termine nel nostro organismo. E’ così lontana dalla realtà questa supposizione?
Queste ovviamente sono nostre personalissime ipotesi, suggerite dalla nostra parte logica e non suffragate da evidenze scientifiche. La stessa logica che ha permesso a taluni individui di indicare senza prove a corredo, che la possibile causa inquinante sia da ricercarsi nel tappo della bottiglia. E già che ci siamo perché non possiamo continuare con queste elucubrazioni pindariche ed aggiungere che alzando un po il gomito l’acqua sa di tappo?
Per chi volesse tornare con i piedi a terra può approfondire l’argomento seguendo il risultato delle analisi in lingua inglese a questo link
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