Chili di troppo, rendono difficile il concepimento

Chili di troppo, rendono difficile il concepimento

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Chili di troppo. Era noto che l’obesità dei futuri genitori potesse essere la causa di problemi allo sviluppo del bambino. Ora una nuova ricerca mostra che i chili di troppo di lei e anche di lui possono ridurre il successo riproduttivo, rendendo difficoltoso il concepimento, per il quale diventa necessario dal 55 al 59% di tempo in più rispetto alle coppie normopeso.
 Lo studio, pubblicato sulla rivista Human Reproduction, è stato condotto da un team del Centro di ricerca per l’infanzia e la famiglia Eunice Kennedy Shiver National Institute of Child Health and Human Development (NICHD) di Bethesda. Le 501 coppie partecipanti allo studio e provenienti da Texas e Michigan erano già reclutate in un progetto più ampio dedicato all’analisi del legame tra fertilità e esposizione a sostanze chimiche ambientali, il LIFE study.

I chili di troppo riducono il successo riproduttivo

Guardando al tempo necessario al concepimento, rispetto alle coppie normopeso quelle con un indice di massa corporea (BMI) superiore a 35 hanno impiegato il 55% di tempo in più; percentuale che sale al 59% considerando anche altri fattori in grado di influenzare la fertilità come il fumo, l’attività fisica o il colesterolo. Gli autori puntualizzano che questi risultati sono in linea con altri studi condotti su coppie sottoposte a tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) ma che un limite dello studio è costituito dal ricorso al parametro dell’indice di massa corporea, indicazione approssimata della composizione corporea.

«Numerosi studi sulla fertilità e sulla composizione corporea si sono concentrati sul partner femminile, ma i nostri risultati sottolineano l’importanza di includere entrambi i partner»

ha detto Rajeshwari Sundaram, ricercatrice senior presso la Division of Intramural Population Health Research del NICHD.

«I nostri risultati indicano anche che gli specialisti della fertilità dovrebbero includere anche una valutazione della composizione corporea dei propri pazienti».

Nicla Panciera

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