I sentimenti delle verdure. Anche le piante possono provare dei sentimenti. Nonostante gli scienziati lo sostenevano già all’inizio del secolo, solamente ora, a quasi cento anni di distanza, sembrerebbe siano arrivate le conferme a sostegno di questa ipotesi. Cento anni fa, due ricercatori sostennero di aver visto letteralmente tremare una carota mentre veniva tagliata. Da quel momento si susseguirono una miriade di test a sostegno o che contrariavano questa possibilità.
Ultimamente le cose sembra siano cambiate, molti ricercatori hanno effettuato dei test con lo scopo di dimostrare che le piante, abbiano una sorta di anima capace di regolare le loro sensazioni e questo indipendentemente dal fatto che per loro natura siano prive di un vero e proprio sistema nervoso.
L’esperimento definitivo è stato messo a punto da un team di ricercatori italiani e pubblicato su una prestigiosa rivista di settore. E’ stato usato un semplice bruco per effettuare la dimostrazione. Dopo essere stato depositato su una foglia, ha iniziato a mangiarla e immediatamente la pianta ha riconosciuto l’attacco ed ha attivato i suoi meccanismi di difesa secernendo delle sostanze chimiche nel tentativo di dissuadere l’insetto.
Ma non finisce qui, il segnale di pericolo è stato esteso anche alle piante circostanti.
Un esperimento analogo è stato svolto dal dottor Chamovitz dell’università di Tel Aviv su una pianta di mimosa. I suoi fiori sono stati irrorati con dei liquidi irritanti e come risultato, i petali si sono chiusi. Conttrariamente, quando i petali sono stati cosparsi con un anestetico, sono rimasti aperti.
Ovviamente, come prevedibile, seguiranno altri test per dimostrare in modo inequivocabile il sentimentalismo presente nelle piante e se in ultima analisi il risultato confermerebbe quella che non sembra più una semplice possibilità, allora molti vegetariani, vegani in primisi dovranno rivedere la loro posizione.
D’altra parte un tipo vissuto a cavallo tra il 1400 ed il 1500, tale Leonardo da Vinci disse:
“Il moto è causa d’ogni vita”. tratto dal Codice Trivulziano
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