Mcity, auto a guida autonoma

Auto a guida autonoma, i test a Mcity la finta città

Condividi questo articolo con i tuoi amici

Auto a guida autonoma. Si lavora a pieno regime a Mcity, il grande impianto di prova della università del Michigan che, nell’ambito del Mobility Transformation Center, è stato progettato e realizzato per consentire in tutta sicurezza lo sviluppo delle auto a guida autonoma. Da alcuni giorni sulle strade urbane di questa finta città – ricostruita con dovizia di particolari come viene fatto negli studi cinematografici, con la sola facciata delle case – circolano numerosi veicoli Ford, che è il primo costruttore ad avere scelto Mcity per i collaudi del propri mezzi a guida autonoma. Le caratteristiche dell’impianto, che riproduce tutte le situazioni della vita reale, compresi le insegne luminose, i cartelli pubblicitari, i passaggi luce/ombra e gli imprevisti legati al comportamento di pedoni e altri ‘finti’ abitanti della città, permetteranno a Ford di accelerare lo sviluppo dei futuri modelli di serie con guida autonoma, partendo dalle attuali vetture-laboratorio Fusion Hybrid Autonomous Research Vehicle.

”La flotta di veicoli a guida autonoma Ford che sta circolando sulle strade di Mcity – ha commentato Raj Nair, vicepresidente del Gruppo Ford con la responsabilità per lo sviluppo globale del prodotto – è un passo importante per migliorare la qualità della vita di milioni di persone e implementare la qualità della loro mobilità”.

A Mcity le Fusion Hybrid a guida autonoma circolano assieme ad altri veicoli Ford, compresi furgoni e pick-up, con veri autisti al volante, per imparare a gestire la ‘promiscuità’ delle situazioni urbane e extraurbane con semafori, interruzioni stradali, simulazioni di incidenti, passaggio di veicoli di emergenza e tante altre variabili che il sistema di guida computerizzata deve poter riconoscere e poter fronteggiare in totale sicurezza. Per questo motivo ognuna delle Fusion Hybrid è equipaggiata, oltre che con i normali sensori che servono per la guida autonoma – come le videocamere tridimensionali, i radar e i sensori ad ultrasuoni – anche con quattro apparecchi LiDar che servono ad acquisire in tempo reale mappe in 3D dell’ambiente esterno comprese tutte le ‘perturbazioni’ artificiosamente create a Mcity per far imparare ai sistemi di guida autonoma la più vasta gamma di comportamenti.

Fonte: Ansa

Articoli correlati

Link restituiti 12 di 12
Available for Amazon Prime